sabato 28 febbraio 2009


Assioma di Cole - "La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante; la popolazione è in aumento"


Nonostante ritenga sempre valida la mia teoria secondo la quale "un cretino, essendo cretino, non si accorge di esserlo e quindi vive bene al mondo d'oggi", sono piuttosto soddisfatta di essere, non dico intelligente, ma almeno non abbastanza cretina da non cogliere la cretinagine altrui. Ammetto che di rado, mi capita di pensare che tanto male non dev'essere vivere tranquilli ed ignari; ma dal momento che sebbene sia cretina riesco ancora a cogliere le cretinagini, il mio campanello d'allarme anti-cretini si attiva, e mi ricorda che sono cretina a pensare una cosa simile, ma ahimé non abbastanza da non rendermene conto.
In conclusione: datemi uno spigolo, oppure il brain stop.. Oppure.. no, continuerò così, che in fondo in fondo non mi dispiace.


venerdì 27 febbraio 2009

dal Corriere.it

Roma: «coprifuoco» per gelati e cornetti caldi . Vendita vietata dopo l'una di notte

- Era ora! Basta gente che guida in stato di sazietà!

lunedì 23 febbraio 2009


Parecchi anni fa Edoardo Bennato cantava...

una mattina, mi son svegliato,
tutto sbagliato, baby...

.. tutto sbagliato, baby,
tutto sbagliato, darling
tu l'hai pensato sempre,
ma non l'hai detto mai!...




Da piccolina non capivo bene il testo; io sentivo cantare "una mattina, mi son svegliato tutto sbagliato, baby!" (mai sottovalutare la potenza di una virgola). Ed immaginavo la faccia di Bennato appena alzato dal letto, come un quadro di Picasso, con i connotati shakerati e posizionati su di un viso irregolare di un bel colorito verde mela, e nessuno che avesse il coraggio di dirgli che la sua faccia non andava bene.
Per fortuna, qualche anno dopo, ascoltando con attenzione il testo o forse avendo avuto la possibilità di leggerlo, mi accorsi del mio piccolo errore interpretativo.

Oggi ho pensato a questa canzone, ma in maniera ancora differente...
Questa volta la faccia di Bennato è salva.

Ascolta la canzone...

mercoledì 18 febbraio 2009



Ci vuole pazienza, dedizione, passione. Se poi ti diverti mentre costruisci il tuo castello di carte, hai l'equilibrio perfetto.
Quando l'hai finito e lui sta lì, puoi ammirarlo e puoi dire di essere soddisfatto di averlo fatto.
Poi mentre lo guardi, forse talmente contento del tuo lavoro, ti lasci scappar via dalle labbra un sospiro di gioia, di amore per quello che hai costruito... e quel sospiro a volte può bastare a farlo crollare.



Foto: Florinda©

lunedì 16 febbraio 2009

Leggo un giornale...

Leggo un giornale. Online. Un quotidiano, ma che ormai aggiornano ogni 5 minuti, ed io mi aggiorno almeno 20 volte al dì. Le notizie sono le solite: al momento primeggia il titolo “Pil 2008 -2,6%”. C’è la crisi.. lo so. Di economia non ne capisco troppo, e non è il momento di incominciare a capirne di più, visto il mal di testa che mi tiene compagnia. Scorro con lo sguardo tra i titoli. Altra notizia “Ganzano, bimbo di 10 mesi muore aggredito dal suo mastino napoletano”. Mi soffermo un attimo e leggo la vicenda. Ovviamente triste, probabilmente evitabile e mi chiedo se quello dei cani pericolosi non sarà presto il nuovo tormentone anti-informazione usato per distrarre tutti. Serve sempre un tormentone che tocchi il cuore delle casalinghe e della massa in generale. Torno a scorrere le notizie principali.

Man mano che aggiornano il sito, le notizie scalano verso il fondo della pagina,e occupano meno spazio rispetto alle “news”. Ma intravedo un articolo. Leggo ma non mi è subito chiaro. “Napoli, vendeva le figlie per 5€”. Rileggo ma le parole sono sempre le stesse. Approfondisco la lettura. “Una donna di 36 anni è stata arrestata perché consentiva abusi sessuali su due sue figlie, di 8 e 10 anni. … Era di 5 euro il compenso pattuito perché il compagno della sorella ed altri conoscenti abusassero delle sue due bambine … I rapporti venivano consumati nel sottoscala di un palazzo … La donna stessa si prostituiva davanti ai suoi sei figli … Era la stessa madre a contattare i "clienti" per sé e per le due bambine … Quanto alla periodicità delle prestazioni, secondo gli inquirenti, che hanno inquadrato il caso in un contesto di grave degrado sociale e analfabetismo, le violenze avvenivano più volte alla settimana, di sicuro ogni qualvolta c'era bisogno di soldi per mandare avanti la famiglia. …

Notizie del genere non possono lasciare indifferenti, e se si rimane indifferenti, vuol dire che si è insensibili o che ormai se ne sentono talmente tante da farci quasi l’abitudine. Io ancora non sono insensibile, né voglio farci l’abitudine a certe cose. Rileggo più volte la frase che sottolinea il contesto di degrado in cui si sono consumate le violenze, e lì per lì immagino una situazione invivibile; mi chiedo come sia possibile che nel 2009 in città italiane ci sia un livello tale di imbarbarimento da poter giustificare eventi del genere. Poi mi dico che niente può motivarli. Non è nemmeno la mancanza di istruzione che può giustificare l’assenza di affetto. I sentimenti non li spiegano di certo a scuola. Come può una persona al giorno d’oggi avere tanta incuria della salute (fisica e mentale) di alcuni bambini? Pensare poi che fosse la stessa madre a venderli, è ancora più odioso. Probabilmente quella era la sua unica fonte si sostentamento. La madre mandava a prostituirsi due figlie per sfamare gli altri. Ma come si può arrivare a tanto? Istinto di sopravvivenza?

I s t i n t o .

Ripenso al cane che ha agito per puro istinto. E ripenso alla donna ed a quello che ha fatto. Un essere pensante, che dovrebbe avere una coscienza, sentimenti, e soprattutto dovrebbe essere dotata di Ragione.

Istinto, ragione, animali, persone… e mi accorgo che a volte i confini sono troppo sottili.

martedì 10 febbraio 2009

Un Viaggiatore ed un saggio

Ci sono domande che tutti ad un certo punto della loro vita si pongono. C'era solo un modo per avere delle risposte: affrontare un gravoso viaggio tra le impervie vette delle inarrivabili montagne tibetane, in viaggio spirituale per incontrare un saggio eremita, abbarbicato sul suo eremo, diafano e sozzo, di una sozzura che solo anni di stenti e isolamento possono forgiare, ma che sa tutto. Da lui si sarebbero potute avere le risposte chiarificatrici di una vita. Il Viaggiatore, finalmente arrivato al cospetto del saggio, formulò subito la sua domanda:

- Maestro.. ho deciso che voglio fare tutto ciò che mi va di fare..faccio bene?

- Non sempre ciò che si vorresti fare si rivelerà la cosa giusta da fare,e rimarrai deluso.

Inizialmente perplesso, poi convinto di aver bensì capito cosa dovesse fare della sua vita, il Viaggiatore rispose:

- Maestro.. ho deciso: allora farò tutto quello che è giusto fare!

- Non sempre quello che è giusto fare sarà cioè che vuoi fare, rimarrai scontento.

Una sfiancante delusione, per non dire frustrazione, attraversò corpo e mente del Viaggiatore. Stiede lì per qualche minuto o qualche ora, il tempo necessario per riformulare la domanda al Saggio. Fu così che gli chiese, seppur con un filo di disperazione:

-Maestro.. e allora cosa dovrei fare?

QUI LE STRADE SONO DUE. FINALE A: SE AVETE ANCORA VOGLIA DI LEGGERE. B: SE QUESTA COSA É GIA' ANDATA TROPPO PER LE LUNGHE. UNO É QUELLO CHE AVEVO PENSATO ALL'INIZIO, MA POI DAL MOMENTO CHE PENSO TROPPO É VENUTO FUORI ANCHE IL FINALE ALTERNATIVO.



FINALE A

- Niente. Come me - rispose il Saggio

Stizzito il viaggiatore replicò, sfogando il proprio rancore sul povero vecchietto:

- ...e non poteva dirmelo prima di farmi lavorare due anni per mettere da parte i soldi per questo viaggio, prima di affrontare 17 ore di volo intercontinentale, scalare montagne dove nessuno era ancora arrivato, visitare luoghi che mai avrei visto in vita mia, mangiare del cibo non meglio identificabile che mai avrei provato, dialogare non so come con gente che non parla la mia lingua...

Li il viaggiatore si interruppe. Forse era vero, il viaggio era una cosa che lui stesso aveva deciso di intraprendere, ed era anche vero che non ricevere le risposte che si immaginava di poter avere dal saggio, lo aveva deluso; ma tutto quello che c'era stato prima di quella risposta inconcludente, il viaggio...quello non era stato poi così male. Forse il saggio si sbagliava. O forse era talmente saggio da non dargli una risposta secca, così come fosse un dogma, ma di portare il viaggiatore a darsi egli stesso la Risposta, motivandola, e facendola sua. Tutto sommato non andò male: il viaggiatore fece ciò che voleva fare, era giusto che lo facesse..ed alla fine tanto deluso non era.




FINALE B

- Niente. Come me.
- ah... ... Quell'eremo lì è libero?