mercoledì 29 luglio 2009

Murphy conosceva la mia famiglia

Legge di Murphy. Assolutamente niente di nuovo. Fa anche ridere, forse è terapeutico citarla proprio nei momenti in cui qualcosa che speravi potesse andarti bene e, coerentemente con suddetta legge, andato male. Certo, per apprezzarla in una situazione del genere bisogna essere forniti di una modesta quantità di humor, autoironia e amore per il grottesco.
C'è un momento in cui tale legge, nonostante la mia ampia fornitura delle qualità sopracitate, mi risulta davvero insopportabile: l'applicazione preventiva. Trasformare la legge in un esempio concreto. Sperando quasi che, controvertendo la legge stessa, quel qualcosa vada certamente male. Esempio pratico. Mangiare un piatto di pasta alla norma indossando una maglietta bianca e captare con l'orecchio destro la seguente enunciazione "cambia maglietta, altrimenti la sporcherai con il sugo". Altro esempio: entrare in casa dopo un piccolo scambio di opinioni con la maniglia bisognosa di un'abbondante spruzzata di svitol, ed essere raggiunti da tale avvertimento "dobbiamo cambiare questa maniglia, altrimenti resteremo chiusi fuori". Probabilmente nell'istante in cui la salsa di pomodoro toccherà la maglia bianca dopo un doppio salto e mezzo ritornato carpiato del maccherone sfuggito alla forchetta, potrei pentirmi di non aver prestato attenzione a quell'ammonimento. Di certo lo rimpiangerò il giorno in cui dovrò scegliere se chiamare i vigili del fuoco per sfondare la porta di casa o reinventarmi topo di appartamento nel tentativo di forzare una finestra. Ma al momento preferisco vivere a cuor leggero, ed immaginarmi davanti la porta di casa con la maniglia in mano e la maglietta macchiata di pomodoro.

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