domenica 19 aprile 2009

Questione di gusti?

A me non piace molto il concetto di famiglia. E non tanto intesa come binomio genitori-figli. Bensì come insieme anche di zii, cugini, nonni. Forse il mio scarso gradimento è solo dovuto alla mia esperienza

Capita di assaggiare un vino mai assaggiato prima. Capita che quel vino non ci piaccia. Per logica, diremo che quel tipo di vino non va incontro al nostro gusto. E se poi la colpa non è del tipo di vino, ma di quella particolare bottiglia, probabilmente guasta? Forse sapeva un po’ di tappo o forse ormai stava diventando aceto. Ecco, io ho assaggiato solo la mia famiglia. Forse è lei che sa di tappo. Forse altre famiglie non sono poi così male.

Parlo con un conoscente e mi racconta del suo tipico pranzo domenicale a casa della cugina, tra cugini, nipoti e “canuzzi”. Ed immagino un grande appartamento, ampie finestre che regalano luminosità alla sala da pranzo. Tiepida aria primaverile e l’odore della pasta al forno. Guantiere di dolci. Uno zio che scherza con la nipote. Un pranzo di quelli che ti lasciano agonizzate sul divano per un paio d’ore. Semi-incoscienza digestiva con sottofondo di "Tutto il calcio minuto per minuto" alla radio. L’odore del caffè, unico antidoto e ultima speranza per riacquistare e un po’di lucidità. Una zia che baratta la sua ricetta per la torta di mele per quella dei biscotti al cocco. Sorrisi sinceri. Risate sincere. Parenti che sembrano buoni conoscenti, quasi amici; e non un insieme di estranei non vogliono disobbedire a chissà quale ancestrale patto che li obbliga a frequentarsi nonostante non ci si sopporti vicendevolmente.

Quasi mi viene voglia di chiedergli se posso partecipare al pranzo della sua famiglia.

In fondo oggi è domenica.

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