Se solo avessi capito prima che dipendeva tutto da me, avrei agito diversamente. Perché porsi dei limiti? E' scoraggiante non credere in se stessi, ancora più di vedere che gli altri fanno lo stesso. L'unico modo per ricredersi è dimostrarsi di non avere limiti. Io fin'ora me ne ero posta. Spesso li ho difesi, quei limiti, nascondendomi dietro barricate di giustificazioni e mi lasciavo aiutare, non capisco più se coscientemente o no, ad accatastare sacchi di sabbia e scuse per rafforzare il mio giaciglio. In fondo era comodo così. Poi è arrivato il vento. Ho strappato quei sacchi e la sabbia è volata via. Come le scuse.
Ecco che mi son decisa a fare una cosa che rimandavo da troppo, a causa della mancanza di compagnia, della mia inesperienza con le autostrade, al fatto che la mia è pur sempre un'auto un po' datata e poco sicura (quando l'hanno costruita l'elettronica e gli acronimi non andavano ancora di moda). Ma cosa principale, rimandavo perché richiedeva un qualche tipo di impegno. Invece ho percorso 200 km per andare a pranzare in un paesino abbarbicato sui Nebrodi e altri 200 km per essere a casa in orario per il the delle cinque servito in ritardo di un ora. In solitaria. Nel senso che nemmeno Lemmy ha potuto tenermi compagnia perché l'autoradio per protesta ha smesso di funzionare. Mi avesse almeno detto l'oggetto della protesta avremmo potuto tentare di raggiungere un accordo, ma quando cercavo il dialogo con lei, mi rispondeva ogni volta con una voce diversa. L'ho fatto. Non è che si tratti di niente di epocale, nessuna svolta significativa, niente passaggio cruciale della mia esistenza, ovviamente. É solo una piccola cosa, ma lo è ora che la posso accantonare nel cesto delle "cose già fatte". Adesso che posso dire: "Beh, era tutto qui? e dire che visto da lontano pareva una evento così complicato da gestire". Ma per capire le cose e farsi un idea di come affrontarle bisogna vederle da vicino. E per vederle da vicino non intendo attrezzarsi di un teleobiettivo o di un binocolo; serve vederle fisicamente da vicino, sbatterci contro se serve anche a costo di ritrovarsi con qualche livido. E tu, cesto delle "cose già fatte", forse è meglio se inizi a preoccuparti.
Grazie a Chourmo per la foto. ^_^
Ecco che mi son decisa a fare una cosa che rimandavo da troppo, a causa della mancanza di compagnia, della mia inesperienza con le autostrade, al fatto che la mia è pur sempre un'auto un po' datata e poco sicura (quando l'hanno costruita l'elettronica e gli acronimi non andavano ancora di moda). Ma cosa principale, rimandavo perché richiedeva un qualche tipo di impegno. Invece ho percorso 200 km per andare a pranzare in un paesino abbarbicato sui Nebrodi e altri 200 km per essere a casa in orario per il the delle cinque servito in ritardo di un ora. In solitaria. Nel senso che nemmeno Lemmy ha potuto tenermi compagnia perché l'autoradio per protesta ha smesso di funzionare. Mi avesse almeno detto l'oggetto della protesta avremmo potuto tentare di raggiungere un accordo, ma quando cercavo il dialogo con lei, mi rispondeva ogni volta con una voce diversa. L'ho fatto. Non è che si tratti di niente di epocale, nessuna svolta significativa, niente passaggio cruciale della mia esistenza, ovviamente. É solo una piccola cosa, ma lo è ora che la posso accantonare nel cesto delle "cose già fatte". Adesso che posso dire: "Beh, era tutto qui? e dire che visto da lontano pareva una evento così complicato da gestire". Ma per capire le cose e farsi un idea di come affrontarle bisogna vederle da vicino. E per vederle da vicino non intendo attrezzarsi di un teleobiettivo o di un binocolo; serve vederle fisicamente da vicino, sbatterci contro se serve anche a costo di ritrovarsi con qualche livido. E tu, cesto delle "cose già fatte", forse è meglio se inizi a preoccuparti.
Grazie a Chourmo per la foto. ^_^
1 commento:
The Verde e Elisa---- WOW :-D
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