Sono seduta e guardo distrattamente fuori dall'alto del vagone e protetta da un vetro piuttosto sporco le cui guarnizioni, dopo almeno 40 anni di servizio, hanno giustamente deciso di andare in pensione lasciando al loro posto una rugosa e stropicciata linea nera di gomma, mi sembra quasi che i passanti che si susseguono sul marciapiede non possano vedermi o quantomeno non dovrebbero notarmi molto; la stessa sensazione che avverto le rare volte che indosso gli occhiali da sole. Mi soffermo ad osservare un tipo qualsiasi. Anzi no; lo noto perché ha una vaga somiglianza con Judge Reinhold, attore meteora degli anni 80/90, di quando pensavo che gli unici attori famosi fossero Tom Hanks e Dan Aykroyd. Judge è seduto su una panchina; giacca, cravatta, jeans ed una 24 ore in cuoio. Fuma come dovesse farlo per raggiungere uno scopo o un beneficio, ma non credendo davvero di poterlo ottenere. Insomma, come se per curare un mal di gola che vi affligge da anni vi suggerissero una cura alternativa: camminare in tondo per un minuto, con un cilindro in testa e ripetendo la frase "mi piace il gelato". La disperazione vi porterebbe provare, pur consapevoli che non servirà a nulla. Ecco come fuma Judge. Accanto a lui una signora sta in piedi e fuma una sigaretta, cosciente del fatto che dopo essere salita sul treno potrà solo contemplare i suoi bastoncini di tabacco, carta e catrame. Annoiata mi dimentico di loro pensando a come realizzare una foto che ho in mente da una settimana. Aspetto la luce giusta. Siamo partiti. La luce che avrei voluto non è mai arrivata, quindi niente foto. Ci fermiamo alla prima stazione. Io sto di nuovo, dall'alto del treno e protetta dal vetro, guardando le persone che popolano il ristretto specchio di marciapiede delimitato dal finestrino. Vedo Judge, a quanto pare era sul mio stesso treno. E' già sceso, sarà arrivato a casa. Subito si sbarazza della valigetta, tenendola tra le gambe. Da fuoco ad una sigaretta. Non mi pare affatto che ci creda.
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